Sciopero e presidi in provincia di Lecco e in provincia di Como per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici

Gabriella Trogu: “Senza un contratto giusto, senza un aumento vero dei salari, senza la tutela adeguata è l’intero settore a perdere la forza”

LECCO / COMO – “Il contratto nazionale non è una carta senza valore, è la nostra difesa, il nostro scudo, la garanzia che nessuno venga lasciato indietro.” Con queste parole il segretario della Uilm Lario, Gabriella Trogu,  interviene dai presidi  che si sono svolti in questa giornata di  mobilitazione dei metalmeccanici per lo sciopero che oggi, venerdì 21 febbraio, ha interessato i lavoratori dell’aziende del lecchese e della provincia di Como.

Un’iniziativa unitaria con Fiom Cgil e Fim Cisl per spingere Federmeccanica  a confrontarsi positivamente sulla piattaforma presentata dai sindacati per il rinnovo del CCNL del settore e tornare al tavolo delle trattative ( interrotte dal dicembre scorso dopo che la rappresentanza delle imprese ha respinto buona parte delle richieste dei lavoratori).

Otto ore di sciopero e manifestazioni, in mattinata di fronte all’azienda Sisme di Olgiate Comasco e nel pomeriggio il sit-in davanti alla sede di Confindustria Lecco Sondrio. 

“Siamo qui oggi, non solo per chiedere, ma per esigere un contratto che rispetti il nostro lavoro, la nostra professionalità e la nostra dignità – spiega Trogu – Senza di noi, senza chi ogni giorno produce, innova e manda avanti le fabbriche, l’industria metalmeccanica non esisterebbe. Eppure, ancora una volta, dobbiamo lottare per quello che ci spetta di diritto: un salario giusto, sicurezza sul lavoro e condizioni dignitose. Come dice sempre il nostro segretario generale Rocco Palombella, i metalmeccanici non sono lavoratori di serie B. La nostra dignità, il nostro salario sono intoccabili. E allora diciamolo, chiaro: senza un contratto giusto, senza un aumento vero dei salari, senza la tutela adeguata è l’intero settore a perdere la forza”.

Più salario è la richiesta che avanzano i sindacati per il rinnovo del CCNL:  “Viviamo tempi difficili – aggiunge il segretario Uilm Lario – il costo della vita cresce, le bollette sono sempre più care, eppure i nostri stipendi non crescono alla stessa velocità. Questo non è più accettabile. Ce ne rendiamo conto tutti i giorni andando a fare solo la spesa. Chiediamo 280 euro in più sul minimo tabellare da erogare entro il biennio. Non è una richiesta esagerata, è quello che ci serve per vivere e non per sopravvivere. Se le aziende parlano di ripresa economica, allora devono condividerla con chi lavora. Basta con la logica del profitto, sulle spalle di noi lavoratori”.

“Non si esce dalla crisi se non si condivide la ricchezza prodotta, se non si difende il lavoro – prosegue Trogu – e difendere il lavoro significa aumentare i salari, migliorare le condizioni nelle fabbriche, garantire sicurezza e formazione. Non possiamo accettare che la sicurezza sia considerata un costo. Ogni anno troppe vite vengono spezzate per mancanza di controlli, per mancanza di investimenti. Noi diciamo basta più controlli, più prevenzione e più formazione. Regole chiari e vincolanti per tutte le aziende perché la vita dei lavoratori vale più di qualsiasi bilancio aziendale. Basta morti, basta infortuni“.

La riduzione degli orari di lavoro è l’altra importante richiesta a Federmeccanica: “Ci chiedono flessibilità, ci impongono gli straordinari, ci costringono a turni sempre più pesanti. Ma chi difende il nostro diritto al riposo, alla salute, alla nostra famiglia? Basta sfruttamento, basta ritmi insostenibili. Chiediamo una revisione chiara delle regole sugli orari e sugli straordinari. Lavorare meglio per vivere meglio”.

“Si parla tanto di Industria.40. Allora, le aziende parlano di transizione digitale, di innovazione, di automazione, ma che fine fanno i lavoratori in questo cambiamento? Noi non accettiamo che la tecnologia sia usata per tagliare i posti di lavoro. Noi vogliamo formazione continua per tutti, no ai licenziamenti e chiediamo la riqualificazione e la sicurezza occupazionale. Il sindacato non è un ostacolo ma una risorsa – conclude Trogu –  La contrattazione crea valore e stabilità per tutto il sistema produttivo”.