Venerdì sciopero di 4 ore del settore metalmeccanico, a Lecco presidio alle 15 di fronte alla prefettura
Il segretario Gabriella Trogu (UILM Lario): “Si apra un confronto vero con il Governo, servono investimenti. La riduzione del cuneo non può bastare. Salario minimo e detassazioni”
“Ci prepariamo ad una mobilitazione che vuole sollecitare il governo ad un confronto vero con le parti sociali, che metta al centro l’industria metalmeccanica. Confronto tra il Governo e i grandi player del settore che finora non c’è stato”. Così Gabriella Trogu, segretario della Uilm Lario, interviene in vista dello sciopero indetto per la giornata di venerdì 7 luglio che interesserà i lavoratori metalmeccanici, con un presidio organizzato per le 15 di fronte alla Prefettura di Lecco.
“E’ importante sottolineare il carattere unitario di questa iniziativa perché tutti i sindacati condividono la preoccupazione per le sorti del settore industriale e quelle che potranno essere le ripercussioni della transizione in corso, con migliaia di posti di lavoro a rischio – prosegue Trogu – Se poi qualcuno dice una cosa e nei fatti fa altro, ne risponde in primo luogo ai propri iscritti e ai lavoratori”.
“Al Governo diciamo che servono investimenti in tutti gli ambiti strategici, dal siderurgico all’automotive oltre che nel settore dell’elettrodomestico – aggiunge il segretario della Uilm Lario – La riduzione del cuneo fiscale è solo un primo passo (se pensiamo che a noi metalmeccanici arrivano 126 euro e la metà se ne va in tasse, cosa rimane?) è necessario detassare i contratti aziendali e gli aumenti del Ccnl se vogliamo davvero ridare potere di acquisto ai lavoratori. Sul salario minimo vogliamo che sia apra la discussione nell’ambito dei contratti e si vada oltre alle polemiche soprattutto tra noi Confederali. I lavoratori non ci capiscono e poco comprendono le polemiche di qualcuno. Di certo bisogna sapere con chi stare al tavolo e cosa vogliamo”.
“Noi della UILM crediamo che non sia rinviabile la tutela e il sostegno ai lavoratori e delle loro famiglie – conclude Trogu – Quindi, andiamo avanti con chi ci sta”.