Giornata di mobilitazione anche a Lecco per lo sciopero generale convocato contro la Manovra di Bilancio al vaglio del Governo e proclamato dalla Uil insieme alla Cgil. Una Legge di Bilancio giudicata “iniqua e ingiusta” che per i sindacati “non tiene conto dei bisogni di lavoratori e pensionati e non risponde alle esigenze del Paese”. 

Allo sciopero ha aderito anche la Uilm Lario che ha partecipato con i propri delegati al presidio svoltosi in mattinata di fronte alla Prefettura in corso Promessi Sposi a Lecco.

Tra i punti contestati al Governo c’è l’introduzione dei voucher fino a 10 mila euro che  inevitabilmente contribuiranno ad incrementare la precarietà, c’è poi la questione della Flat Tax al 15% che produrrà una situazione di non equità rispetto alle aliquote a cui sono sottoposti i lavoratori dipendenti, si contesta poi l’abolizione del reddito di cittadinanza senza dare un’alternativa a chi ha necessità e poi le pensioni, con le modifiche ad opzione donna e la necessità per i sindacati di sganciare il meccanismo legato all’età dall’anzianità contributiva e ampliare la platea dei cosiddetti lavori usuranti.

“Una finanziaria che non risponde alle richieste delle persone di cui molti hanno votato questo Governo – spiega Gabriella Trogu, segretaria della Uilm Lario –  Le ragioni dello sciopero sono tutte di merito. Ieri con Draghi oggi per la Meloni chiediamo recupero del potere di acquisto, detassazione delle tredicesime e dei contratti. Se non aiutiamo chi lavora il Paese affonda! Abbiamo chiesto di detassare i contratti aziendali e nazionali, oggi ancora 7 milioni non hanno un contratto rinnovato. Si parla di incrementare la produttività ma non di redistribuire ai lavoratori quanto prodotto”.

“Sulle donne si è fatto un passo indietro, si dice spesso che le donne  costituiscono il primo welfare in Italia, e poi quando occorre pensare ad uno scivolo per la pensione, si peggiora opziona donna elevando da 58 a 60 l’età per la pensione e, aggiungo, condizionandola a chi ha dei figli e situazioni familiari particolari. A questo, viene confermata la decurtazione al 30%. Sulle pensioni a 41 anni nulla, si peggiora quota 100, portandola a 103 e creando ostacoli maggiori per la pensione.  Alla fine paga sempre il lavoratore dipendente e pensionato – conclude Trogu – E’ inaccettabile questa situazione. Non è la manovra  che vogliamo”.

Alta l’adesione allo sciopero. Secondo i dati raccolti, le astensioni dal lavoro hanno raggiunto picchi del 90% nel settore metalmeccanico (Costacurta di Garlate, RxPack di Oggiono), ma diverse altre aziende del territorio hanno fatto registrare percentuali significative (80% alla Gilardoni Vittorio, alla Fiocchi Munizioni, alla ITLA Bonaiti, alla MCV e alla Regina Catene; 70% alla Carcano Antonio e alla Primat; buona partecipazione anche alla IHI e alla Catra).

LE FOTO DAL PRESIDIO